22 DICEMBRE 2007
I cittadini di Casoni organizzano una cena per potersi scambiare gli auguri di Buone Feste.
8 DICEMBRE 2007 VIA I ROM DALLA GANDINA
E' tornata la legalità, almeno quella apparente, alla Cascina Gandina nella frazione Casoni di Pieve Porto Morone.
Tutti i rom parcheggiati nella cascina della curia lodigiana sono stati allontanati e ricollocati in altre realtà di cui neppure vogliamo sapere niente.
Il problema non lo hanno risolto ma solo spostato di qualche decina di kilometri così come la propria coscienza nessun rappresentante delle istituzioni ce l'ha a posto. Dalla Capitelli, Sindaco di Pavia al Prefetto Buffoni, passando attraverso tutti quei politici che hanno preso posizioni pro o contro i rom a Pieve Porto Morone ma che, di fatto, sono stati incapaci di fare qualsiasi cosa.
Hanno perso tutti quelli che non hanno saputo fare altro che rilasciare dichiarazioni o fare promesse. Hanno perso le istituzioni che smistano rom disgregandone le famiglie con la consapevolezza che tanto poi si riuniranno altrove.
Unici soddisfatti i cittadini di Casoni che, finalmente dopo oltre tre mesi, potranno tornare alla propria vita e lasciare dietro le spalle un'esperienza da dimenticare al più presto.
Cittadini violentati dallo Stato, dai mass media, dalle istituzioni e da tutti quei politici che ne hanno abusato diffamandoli e denigrandoli per la protesta pacifica portata avanti.
Persino il Ministro Ferrero, sollecitato evidentemente dai suoi militanti di rifondazione comunista pavese, si è espresso con toni apocalittici contro quelle venti, trenta persone che presidiavano tutti i giorni l'ingresso della Gandina.
Comunque è finita, Casoni e libera. Adesso si guarda avanti con la consapevolezza che a Pieve Porto Morone, come fu già a Opera, un altro sgarro non lo si accetta.
Tutti i rom parcheggiati nella cascina della curia lodigiana sono stati allontanati e ricollocati in altre realtà di cui neppure vogliamo sapere niente.
Il problema non lo hanno risolto ma solo spostato di qualche decina di kilometri così come la propria coscienza nessun rappresentante delle istituzioni ce l'ha a posto. Dalla Capitelli, Sindaco di Pavia al Prefetto Buffoni, passando attraverso tutti quei politici che hanno preso posizioni pro o contro i rom a Pieve Porto Morone ma che, di fatto, sono stati incapaci di fare qualsiasi cosa.
Hanno perso tutti quelli che non hanno saputo fare altro che rilasciare dichiarazioni o fare promesse. Hanno perso le istituzioni che smistano rom disgregandone le famiglie con la consapevolezza che tanto poi si riuniranno altrove.
Unici soddisfatti i cittadini di Casoni che, finalmente dopo oltre tre mesi, potranno tornare alla propria vita e lasciare dietro le spalle un'esperienza da dimenticare al più presto.
Cittadini violentati dallo Stato, dai mass media, dalle istituzioni e da tutti quei politici che ne hanno abusato diffamandoli e denigrandoli per la protesta pacifica portata avanti.
Persino il Ministro Ferrero, sollecitato evidentemente dai suoi militanti di rifondazione comunista pavese, si è espresso con toni apocalittici contro quelle venti, trenta persone che presidiavano tutti i giorni l'ingresso della Gandina.
Comunque è finita, Casoni e libera. Adesso si guarda avanti con la consapevolezza che a Pieve Porto Morone, come fu già a Opera, un altro sgarro non lo si accetta.
ALTRO CHE SGOMBERI, SONO ANCORA ALLA GANDINA
Siamo arrivati al 5 dicembre ed i tre mesi, massima durata garantita dal Prefetto per il soggiorno coatto dei rom alla Gandina, sono abbondantemente scaduti.
Ci stanno prendendo per i fondelli, è evidente, ma non ci stanchiamo di ripetere che siamo decisi e manterremo il presidio fintanto che ci saranno persone senza lavoro né casa propria che soggiornano nel nostro paese.
Che poi facciano tutta la propaganda che vogliono, lavoro, casa, scuola... all'improvviso sembra diventino tutti bravi e noi pievesi restiamo i cattivi. Siamo stanchi di essere rinviati di settimana in settimana e di leggere sui giornali, oltre le tante menzogne, i falsi proclami di chi poi non fa nulla. Dai politici alle istituzioni, ogni giorno una soluzione diversa, mai fatti però... solo parole!
Ci stanno prendendo per i fondelli, è evidente, ma non ci stanchiamo di ripetere che siamo decisi e manterremo il presidio fintanto che ci saranno persone senza lavoro né casa propria che soggiornano nel nostro paese.
Che poi facciano tutta la propaganda che vogliono, lavoro, casa, scuola... all'improvviso sembra diventino tutti bravi e noi pievesi restiamo i cattivi. Siamo stanchi di essere rinviati di settimana in settimana e di leggere sui giornali, oltre le tante menzogne, i falsi proclami di chi poi non fa nulla. Dai politici alle istituzioni, ogni giorno una soluzione diversa, mai fatti però... solo parole!
OGGI SI SGOMBERA ALLA CASCINA GANDINA
Via tutti dalla Gandina, entro oggi anche l'ultima famiglia dovrebbe lasciare l'area che tornerà ad essere parte integrante di Casoni.
Adesso speriamo che il Sindaco Angelo Cobianchi si attivi presso la curia, proprietaria della cascina, al fine di destinare quella costruzione ad interesse dei pievesi e non più di ex tossicodipendenti, zingari ed ogni altra sorta di categoria a rischio.
Casoni ha già dato con una comunità di ex tossicodipendenti per anni ed oggi con gli zingari ospitati per tre mesi. La prossima volta che qualcuno deve entrare in Cascina sia per il bene e gli interessi dei pievesi.
2 DICEMBRE 2007. IL TEMPO E' SCADUTO!
Adesso non vogliamo più sentire balle ed aspettiamo i fatti. Oggi è il due dicembre, data di permanenza massima che c'era stata garantita dalla Prefettura di Pavia. I rom insediati alla Gandina tornino a Pavia o siano riportati in Romania in quanto non hanno dimostrato in tre mesi di permanenza in Italia di avere la possibilità di mantenersi. La legge comunitaria parla chiaro, tre mesi di tempo per dimostrare di avere un lavoro e la possibilità di vivere dignitosamente e, seppure non ne abbiamo la data certa di ingresso in Italia ma erano già da chissà quanto tempo nell'area ex Snia a Pavia, siamo oltre ogni ragionevole dubbio certi che si trovano da tre mesi a Casoni.
Lo Stato ha messo delle persone in condizione di essere odiate da altre. Sono state contrapposte diverse categorie sociali e politiche dall'incauta politica portata avanti dal Prefetto che rappresenta, esclusivamente, la lunga mano romana in Padania.
Così sono nati attriti insanabili tra semplici cittadini ed i rom, tra persone che chiedono il rispetto delle regole e chi come i centri sociali le infrangono, tra forze politiche opposte quali Forza Nuova e Rifondazione Comunista, tra movimenti popolari come la Lega Nord e parassiti sociali che sfruttano il disagio dei campi nomadi per prestare i propri servigi ben retribuiti.
A tutto questo si è aggiunto l'astio verso la Curia che ospita, probabilmente anche ben retribuita, gente in soggiorno coatto a Casoni contro la volontà dei cattolici locali.
Adesso aspettiamo che la magistratura avvii un procedimento contro il Prefetto di Pavia Ferdinando Buffoni per "istigazione all'odio fra le classi sociali attuata in modo pericoloso per la pubblica tranquillità".
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