ALTRO CHE SGOMBERI, SONO ANCORA ALLA GANDINA

Siamo arrivati al 5 dicembre ed i tre mesi, massima durata garantita dal Prefetto per il soggiorno coatto dei rom alla Gandina, sono abbondantemente scaduti.
Ci stanno prendendo per i fondelli, è evidente, ma non ci stanchiamo di ripetere che siamo decisi e manterremo il presidio fintanto che ci saranno persone senza lavoro né casa propria che soggiornano nel nostro paese.
Che poi facciano tutta la propaganda che vogliono, lavoro, casa, scuola... all'improvviso sembra diventino tutti bravi e noi pievesi restiamo i cattivi. Siamo stanchi di essere rinviati di settimana in settimana e di leggere sui giornali, oltre le tante menzogne, i falsi proclami di chi poi non fa nulla. Dai politici alle istituzioni, ogni giorno una soluzione diversa, mai fatti però... solo parole!

1 commento:

Ettore Fusco ha detto...

Menzogne su menzogne e propaganda di regime. A tempo abbondantemente scaduto non si è ancora risolto il problema della Cascina Gandina a Pieve Porto Morone dove, da oltre tre mesi, alloggia una parte della comunità rom sgomberata in seguito all’ordinanza del Sindaco di Pavia Piera Capitelli dall’area ex Snia a Pavia e sistemata in una struttura della Curia di Lodi con il beneplacito del Prefetto pavese Ferdinando Buffoni.
I cittadini di Pieve Porto Morone sono stanchi di essere presi in giro e di restare inermi dinnanzi allo scadere di ogni data ultima che le istituzioni promettono per la soluzione del problema.
Non è ammissibile che uno Stato democratico si prenda gioco dei cittadini, attraverso le sue rappresentanze sul territorio, e non faccia gli interessi degli italiani ma, bensì, copra inefficienze dell’apparato burocratico e legislativo di un Paese che non riesce a risolvere un problema che rischia di giungere ad un punto di non ritorno.
Se non si controllano i flussi migratori e non si restituiscono ai cittadini la fiducia nelle istituzioni e la sicurezza di essere tutelati dalle forze dell’ordine questo paese cadrà nel kaos.

Per quanto riguarda la tensione sociale causata dall’incauta sistemazione di famiglie senza fissa dimora e senza lavoro, all’interno di una piccola comunità prevalentemente agricola, siamo ancora in attesa che la magistratura avvii un procedimento contro il Prefetto di Pavia Ferdinando Buffoni per "istigazione all'odio fra le classi sociali attuata in modo pericoloso per la pubblica tranquillità".