22 DICEMBRE 2007
I cittadini di Casoni organizzano una cena per potersi scambiare gli auguri di Buone Feste.
8 DICEMBRE 2007 VIA I ROM DALLA GANDINA
E' tornata la legalità, almeno quella apparente, alla Cascina Gandina nella frazione Casoni di Pieve Porto Morone.
Tutti i rom parcheggiati nella cascina della curia lodigiana sono stati allontanati e ricollocati in altre realtà di cui neppure vogliamo sapere niente.
Il problema non lo hanno risolto ma solo spostato di qualche decina di kilometri così come la propria coscienza nessun rappresentante delle istituzioni ce l'ha a posto. Dalla Capitelli, Sindaco di Pavia al Prefetto Buffoni, passando attraverso tutti quei politici che hanno preso posizioni pro o contro i rom a Pieve Porto Morone ma che, di fatto, sono stati incapaci di fare qualsiasi cosa.
Hanno perso tutti quelli che non hanno saputo fare altro che rilasciare dichiarazioni o fare promesse. Hanno perso le istituzioni che smistano rom disgregandone le famiglie con la consapevolezza che tanto poi si riuniranno altrove.
Unici soddisfatti i cittadini di Casoni che, finalmente dopo oltre tre mesi, potranno tornare alla propria vita e lasciare dietro le spalle un'esperienza da dimenticare al più presto.
Cittadini violentati dallo Stato, dai mass media, dalle istituzioni e da tutti quei politici che ne hanno abusato diffamandoli e denigrandoli per la protesta pacifica portata avanti.
Persino il Ministro Ferrero, sollecitato evidentemente dai suoi militanti di rifondazione comunista pavese, si è espresso con toni apocalittici contro quelle venti, trenta persone che presidiavano tutti i giorni l'ingresso della Gandina.
Comunque è finita, Casoni e libera. Adesso si guarda avanti con la consapevolezza che a Pieve Porto Morone, come fu già a Opera, un altro sgarro non lo si accetta.
Tutti i rom parcheggiati nella cascina della curia lodigiana sono stati allontanati e ricollocati in altre realtà di cui neppure vogliamo sapere niente.
Il problema non lo hanno risolto ma solo spostato di qualche decina di kilometri così come la propria coscienza nessun rappresentante delle istituzioni ce l'ha a posto. Dalla Capitelli, Sindaco di Pavia al Prefetto Buffoni, passando attraverso tutti quei politici che hanno preso posizioni pro o contro i rom a Pieve Porto Morone ma che, di fatto, sono stati incapaci di fare qualsiasi cosa.
Hanno perso tutti quelli che non hanno saputo fare altro che rilasciare dichiarazioni o fare promesse. Hanno perso le istituzioni che smistano rom disgregandone le famiglie con la consapevolezza che tanto poi si riuniranno altrove.
Unici soddisfatti i cittadini di Casoni che, finalmente dopo oltre tre mesi, potranno tornare alla propria vita e lasciare dietro le spalle un'esperienza da dimenticare al più presto.
Cittadini violentati dallo Stato, dai mass media, dalle istituzioni e da tutti quei politici che ne hanno abusato diffamandoli e denigrandoli per la protesta pacifica portata avanti.
Persino il Ministro Ferrero, sollecitato evidentemente dai suoi militanti di rifondazione comunista pavese, si è espresso con toni apocalittici contro quelle venti, trenta persone che presidiavano tutti i giorni l'ingresso della Gandina.
Comunque è finita, Casoni e libera. Adesso si guarda avanti con la consapevolezza che a Pieve Porto Morone, come fu già a Opera, un altro sgarro non lo si accetta.
ALTRO CHE SGOMBERI, SONO ANCORA ALLA GANDINA
Siamo arrivati al 5 dicembre ed i tre mesi, massima durata garantita dal Prefetto per il soggiorno coatto dei rom alla Gandina, sono abbondantemente scaduti.
Ci stanno prendendo per i fondelli, è evidente, ma non ci stanchiamo di ripetere che siamo decisi e manterremo il presidio fintanto che ci saranno persone senza lavoro né casa propria che soggiornano nel nostro paese.
Che poi facciano tutta la propaganda che vogliono, lavoro, casa, scuola... all'improvviso sembra diventino tutti bravi e noi pievesi restiamo i cattivi. Siamo stanchi di essere rinviati di settimana in settimana e di leggere sui giornali, oltre le tante menzogne, i falsi proclami di chi poi non fa nulla. Dai politici alle istituzioni, ogni giorno una soluzione diversa, mai fatti però... solo parole!
Ci stanno prendendo per i fondelli, è evidente, ma non ci stanchiamo di ripetere che siamo decisi e manterremo il presidio fintanto che ci saranno persone senza lavoro né casa propria che soggiornano nel nostro paese.
Che poi facciano tutta la propaganda che vogliono, lavoro, casa, scuola... all'improvviso sembra diventino tutti bravi e noi pievesi restiamo i cattivi. Siamo stanchi di essere rinviati di settimana in settimana e di leggere sui giornali, oltre le tante menzogne, i falsi proclami di chi poi non fa nulla. Dai politici alle istituzioni, ogni giorno una soluzione diversa, mai fatti però... solo parole!
OGGI SI SGOMBERA ALLA CASCINA GANDINA
Via tutti dalla Gandina, entro oggi anche l'ultima famiglia dovrebbe lasciare l'area che tornerà ad essere parte integrante di Casoni.
Adesso speriamo che il Sindaco Angelo Cobianchi si attivi presso la curia, proprietaria della cascina, al fine di destinare quella costruzione ad interesse dei pievesi e non più di ex tossicodipendenti, zingari ed ogni altra sorta di categoria a rischio.
Casoni ha già dato con una comunità di ex tossicodipendenti per anni ed oggi con gli zingari ospitati per tre mesi. La prossima volta che qualcuno deve entrare in Cascina sia per il bene e gli interessi dei pievesi.
2 DICEMBRE 2007. IL TEMPO E' SCADUTO!
Adesso non vogliamo più sentire balle ed aspettiamo i fatti. Oggi è il due dicembre, data di permanenza massima che c'era stata garantita dalla Prefettura di Pavia. I rom insediati alla Gandina tornino a Pavia o siano riportati in Romania in quanto non hanno dimostrato in tre mesi di permanenza in Italia di avere la possibilità di mantenersi. La legge comunitaria parla chiaro, tre mesi di tempo per dimostrare di avere un lavoro e la possibilità di vivere dignitosamente e, seppure non ne abbiamo la data certa di ingresso in Italia ma erano già da chissà quanto tempo nell'area ex Snia a Pavia, siamo oltre ogni ragionevole dubbio certi che si trovano da tre mesi a Casoni.
Lo Stato ha messo delle persone in condizione di essere odiate da altre. Sono state contrapposte diverse categorie sociali e politiche dall'incauta politica portata avanti dal Prefetto che rappresenta, esclusivamente, la lunga mano romana in Padania.
Così sono nati attriti insanabili tra semplici cittadini ed i rom, tra persone che chiedono il rispetto delle regole e chi come i centri sociali le infrangono, tra forze politiche opposte quali Forza Nuova e Rifondazione Comunista, tra movimenti popolari come la Lega Nord e parassiti sociali che sfruttano il disagio dei campi nomadi per prestare i propri servigi ben retribuiti.
A tutto questo si è aggiunto l'astio verso la Curia che ospita, probabilmente anche ben retribuita, gente in soggiorno coatto a Casoni contro la volontà dei cattolici locali.
Adesso aspettiamo che la magistratura avvii un procedimento contro il Prefetto di Pavia Ferdinando Buffoni per "istigazione all'odio fra le classi sociali attuata in modo pericoloso per la pubblica tranquillità".
ADESSO IL PREFETTO SI DIMETTA.
Sabato sera hanno manifestato un centinaio di persone, meno del previsto, a causa anche del mal tempo, onore dunque ai presenti. La manifestazione è stata ordinata e pacifica come le altre volte. Insomma, tutto sommato, ci possiamo dire soddisfatti. La speranza è che quest'ultima manifestazione sia stata la goccia che fa traboccare il vaso, adesso o se ne va via il Prefetto che ha dimostrato di non essere in grado di gestire una situazione simile o mandano via i rom perché la protesta dei residenti non si è arrestata nemmeno col freddo.
Ritengo che se la nostra attenzione fosse calata per questa palese ingiustizia, vale a dire l'imposizione di vivere con gli zingari, la Gandina si sarebbe trasformata in un porto di passaggio per tutti gli zingari in attesa di una sistemazione a spese dei contribuenti e, in particolar modo, degli abitanti locali; per la felicità di chi gestisce la struttura che ospita i rom e ci lucra sopra. Adesso non ci rimane che aspettare il 2 dicembre per vedere se manterranno le promesse fatte.
A presto, Diego.
100 PERSONE MANIFESTANO A PIEVE
ieri sera hanno sfilato ordinati dal parcheggio del GS passando sulla statale e nella zona industriale di Pieve Porto Morone un centinaio di persone di cui una trentina facenti parte del Partito Forza Nuova.
I numerosi cittadini, quasi tutti della frazione Casoni dove alloggiano i rom della Cascina Gandina, hanno proseguito la protesta con il solito presidio davanti alla residenza TEMPORANEA dei nomadi.
Solo intorno alla mezzanotte è giunto il Sindaco Angelo Cobianchi all'area del Presidio che, anzichè portare la solidarietà del primo cittadino ai presidianti, è rimasto appartato a colloquio con le forze dell'ordine presenti in gran numero anche dopo la partenza dei militanti di destra cui è stato vietato avvicinarsi alla cascina insieme ai residenti.
Il 2 dicembre scadono i tre mesi che il Prefetto aveva garantito sarebbero stati il tempo massimo di permanenza a Casoni degli sfollati dal Sindaco pavese poiché occupanti abusivi dell'area ex snia.
Aspettiamo continuando il nostro presidio, ma siamo stanchi della prepotenza ed arroganza delle istituzioni.
IL PREFETTO MANTENGA LA PAROLA DATA E RISPETTI LA SCADENZA DEL 2 DICEMBRE!
24 NOVEMBRE ORE 20.30 CONCENTRAMENTO AL SUPERMERCATO GS
I cittadini sono invitati a partecipare alla manifestazione di questa sera in Pieve Porto Morone alle ore 20.30 con concentrazione nel parcheggio del supermercato GS
AGGIORNAMENTO MANIFESTAZIONE 24 NOVEMBRE
La manifestazione è in forse a seguito della contromanifestazione degli estremisti comunisti dei centri sociali che occuperanno la Cascina Gandina per pasteggiare con i rom.
A seguito di questa iniziativa sarà inibito il passaggio alla zona del presidio ed il corteo sarà limitato a pochissime vie. E' probabile che la cittadinanza diserti la serata e lasci la polizia ed i barattolini ai giornalisti a cui potranno raccontare le solite fandonie sui presunti atti di intolleranza ed i "pogrom da germania nazista".
SABATO 24 NOVEMBRE MANIFESTAZIONE PER LA LEGALITA'
Anche Opera è con i pievesi che manifestano sabato sera per il rispetto della legalità nel comune del pavese dove sono stati trasferiti i rom sgomberati dall'area Ex Snia di Pavia.
Facciamo appello a tutte le forze democratiche affinchè manifestino con i cittadini di Casoni, la frazione interessata dall'insediamento coatto, per chiedere a gran voce che siano rispettate le leggi e non sia fatto passare il principio che il Sindaco di una grande città, con la complicità del Prefetto, possa sbarazzarsi dei suoi campi nomadi irregolari spedendoli nelle piccole realtà agricole che politicamente contano poco più di niente.
Noi ci saremo e speriamo altri si aggreghino. Sabato 24 dalle ore 20.30 a Pieve Porto Morone.
Ettore Fusco, Opera Sicura.
ANCORA MANIFESTAZIONI A PIEVE PORTO MORONE. TOCCA DI NUOVO A FORZA NUOVA.
12/10 a Casoni (PV): fiaccolata organizzata da Forza Nuova, per esprimere la contrarietà alla presenza di zingari sul territorio comunale. Ritrovo alle 21 in via Badia Pavese, sul sagrato della Chiesa di Casoni con corteo fino a località Gandina.
MA QUANDO LI TRASFERISCONO ALTROVE?
Nonostante le rassicurazioni delle istituzioni al Sindaco pievese di un rapida risoluzione della questione rom a Pieve Porto Morone sembra che nulla si smuova in merito alla vicenda che sta scombussolando la vita dei residenti nella frazione Casoni.
I politici locali e gli organi di partito ci risulta che stiano seguendo le strade istituzionali con incontri in Prefettura e carta bollata. Forse i tricolori delle fasce dei sindaci che sfilano nel capoluogo come i vecchi contadini che una volta si mettevano il vestito della domenica per andare in città non servono a molto.
Speriamo che altri uomini delle istituzioni, dopo Fiore di Forza Nuova e Borghezio della Lega Nord, scelgano la strada della presenza accanto agli eroici pievesi che non mollano il presidio e lottano giorno e notte per il rispetto del principio sacrosanto già motto del federalista Carlo Cattaneo: "Per essere liberi bisogna prima di tutto essere padroni in casa propria".
Un plauso va ad Angelo Cobianchi, Sindaco di Pieve Porto Morone, per la costante presenza accanto ai suoi concittadini. Il nostro invito al Sindaco è però quello di fare sentire di più la propria voce. Pieve sarà anche un piccolo comune... ma qui amministra lui!
ADESSO "I CONTI" TORNANO... dal sito Pasolini.
INIZIATIVE A SOSTEGNO DEI ROM DELLA DIASPORA PAVESE.
Il gruppo di volontari che quotidianamente si occupa di dare assistenza e garantire i diritti fondamentali ai cittadini Rom che si trovano ancora in stato di disagio e precarietà, e che si riunisce con continuità in Prefettura o nella sede della Caritas, ha deciso, in seguito alla donazione di Roberto Malini, di aprire un Conto corrente sul quale i cittadini potranno contribuire a ciò che ancora in pochi stanno facendo. Il CC sarà aperto dalla Caritas di Pavia. Appena possibile forniremo gli estremi per i versamenti. Ricordo che sono ancora tre i nuclei familiari a Pieve, uno a Cascina de Mensi, un altro dimora sotto una tenda nei pressi di Pavia, e altri dovranno lasciare le dimore temporanee e di accoglienza a breve. I pochi volontari si stanno facendo in quattro per cercare abitazioni e lavoro, e mettere questi cittadini europei nelle condizioni di far fronte ai requisiti che la Legge 30 esige che abbiano, per evitare allontanamenti e gli interminabili ricorsi presso il Tribunale. Inoltre, prima troveranno una sistemazione stabile e prima i bimbi potranno godere del pieno e sereno diritto all'istruzione. In questa fase diventa quindi necessario il contributo di tutti coloro che ritengono che, dopo la grande manifestazione, si debba dimostrare concreta volontà di continuare il sostegno. (ic)
Il gruppo di volontari che quotidianamente si occupa di dare assistenza e garantire i diritti fondamentali ai cittadini Rom che si trovano ancora in stato di disagio e precarietà, e che si riunisce con continuità in Prefettura o nella sede della Caritas, ha deciso, in seguito alla donazione di Roberto Malini, di aprire un Conto corrente sul quale i cittadini potranno contribuire a ciò che ancora in pochi stanno facendo. Il CC sarà aperto dalla Caritas di Pavia. Appena possibile forniremo gli estremi per i versamenti. Ricordo che sono ancora tre i nuclei familiari a Pieve, uno a Cascina de Mensi, un altro dimora sotto una tenda nei pressi di Pavia, e altri dovranno lasciare le dimore temporanee e di accoglienza a breve. I pochi volontari si stanno facendo in quattro per cercare abitazioni e lavoro, e mettere questi cittadini europei nelle condizioni di far fronte ai requisiti che la Legge 30 esige che abbiano, per evitare allontanamenti e gli interminabili ricorsi presso il Tribunale. Inoltre, prima troveranno una sistemazione stabile e prima i bimbi potranno godere del pieno e sereno diritto all'istruzione. In questa fase diventa quindi necessario il contributo di tutti coloro che ritengono che, dopo la grande manifestazione, si debba dimostrare concreta volontà di continuare il sostegno. (ic)
OLTRE 300 CITTADINI AL PRESIDIO DI CASONI
Pieve, 22 settembre 2007.
Ottima la risposta della gente ieri sera a Pieve Porto Morone dove Volontari Verdi e Opera Sicura hanno contribuito a mantenere viva la protesta dei cittadini stanchi dei soprusi e delle violenze subite da istituzioni e mass media. L'Europarlamentare Mario Borghezio ha aperto la serata, dopo avere presidiato con i pievesi, dando pieno appoggio al popolo del presidio che si è trovato ad affrontare una simile emergenza. Le decisioni prese dall'alto non piacciono a nessuno tanto meno in una località di cinquanta anime che si è ritrovata una mattina con cinquantaquattro rom come vicini di casa. L'Onorevole ha promesso una mobilitazione della macchina organizzativa della Lega Nord per finanziarie opere all'interno della casa della curia che oggi ospita i nomadi al fine di trasformarla in qualcosa di utile alla gente, una casa di riposo, un centro per i giovani, quello che il Sindaco Angelo Cobianchi ritenga più utile alla sua gente. Il Sindaco si è meritato l'elogio di Borghezio in quanto a differenza di altri, ad esempio quello di Opera, si è schierato con i cittadini contro la prepotenza delle istituzioni.
Su questa stessa linea l'intervento di Ettore Fusco, Opera Sicura, che ha sollecitato la presenza assidua al presidio; non tanto per dimostrare contro gli ospiti della curia quanto per dare un segnale forte alle istituzioni che hanno passato il limite. Non è accettabile che il Sindaco del Comune più grande si imponga con l'aiuto del Prefetto sui piccoli centri dell'hinterland.
Infine, il presidiante di Opera accompagnato da una decina d'altri operesi, ha aspramente criticato la stampa che diffama i pievesi inventandosi di tutto ed il Prefetto di Pavia che s'è fatto beffa dei pavesi ospitando una famiglia rom con un operazione di pura demagogia. Il Prefetto infatti ha ospitato questa famiglia nella foresteria della Prefettura. Non a casa sua. Quindi il carico degli ospiti del Prefetto è solo ed esclusivamente sulle spalle dei contribuenti.La serata s'è chiusa in anticipo per impegni televisivi dell'Europarlamentare mentre gli altri cittadini sono rimasti a presidiare fino a notte fonda.
(Foto: 1 Istantanea del comizio dell'On. Borghezio tra Fusco di Opera Sicura e Angelo Cobianchi Sindaco di Pieve. 2 I pievesi ascoltano attenti. 3 Alcuni manifestanti della Lega Nord.)
LA RISPOSTA DELLA SINISTRA AI PRESIDIANTI DI PIEVE.
IL GIORNO DEL MAIALE (BORGHEZIO) A PIEVE.
Pubblicato il 20 Settembre 2007 in Pavia e Dintorni, Antirazzismo ed Immigrazione.
L’inverno scorso, nella città di Opera, alle porte di Milano, si consumò qualcosa di inquietante. Un gruppo di cittadini inferociti per la presenza temporanea di alcune famiglie rom e abilmente strumentalizzati da esponenti leghisti e di estrema destra, prima diede fuoco alle tende della protezione civile, poi sostenne un prolungato assedio al campo e, infine, riuscì ad averla vinta. In altre parole, le istituzioni e la civiltà si arresero e i professionisti dell’odio e della xenofobia incassarono in piena impunità una vittoria politica senza precedenti.Quanti segnalarono che quella vicenda non rappresentava una parentesi, ma rischiava di trasformarsi concretamente in un modello da emulare, furono accusati di allarmismo, se non apertamente derisi. Eppure, a distanza di soli sei mesi, il seme nefasto del rogo di Opera sta dando i suoi frutti avvelenati, a partire da quanto sta accadendo nella provincia pavese, in particolare a Pieve Porto Morone. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, ecco arrivare il suggello formale: oggi il Comitato “Opera Sicura”, creatura dei settori più retrivi della Lega, annuncia che venerdì prossimo scenderà a Pieve, portandosi il solito razzista a tempo pieno, cioè Borghezio, evidentemente ansioso di recuperare visibilità dopo il lancio del maiale-day ad opera di Calderoli.
Ormai i pochi rom rimasti a Pieve, tra cui molti bambini, sono diventati carne da cannone nella feroce competizione tra i neofascisti e gli xenofobi della Lega Nord. E così alcuni giorni dopo la parata delle teste rasate di Forza Nuova, la Lega rilancia nel modo peggiore. La sindaca-sceriffo di Pavia può essere propria fiera del suo operato!
Noi crediamo fermamente che la misura sia definitivamente colma e che non possa essere tollerata una seconda Opera. E non è una questione che riguarda soltanto la sinistra o qualche “sociologo d’accatto”. No, riguarda in primis le istituzioni e la tenuta del tessuto democratico.
Ecco perché chiediamo ai responsabili istituzionali, a tutti i livelli, di mettere finalmente un freno e porre fine alla tolleranza. Un discorso è l’incazzatura di cittadini, anche se sfociata in un’isteria reazionaria, altro è quello della crescente attività organizzata di neofascisti e razzisti.
Ai cittadini democratici e antifascisti lombardi chiediamo di fare la loro parte e di partecipare alla mobilitazione che le associazioni di Pavia stanno preparando per il 29 settembre.
Pubblicato il 20 Settembre 2007 in Pavia e Dintorni, Antirazzismo ed Immigrazione.
L’inverno scorso, nella città di Opera, alle porte di Milano, si consumò qualcosa di inquietante. Un gruppo di cittadini inferociti per la presenza temporanea di alcune famiglie rom e abilmente strumentalizzati da esponenti leghisti e di estrema destra, prima diede fuoco alle tende della protezione civile, poi sostenne un prolungato assedio al campo e, infine, riuscì ad averla vinta. In altre parole, le istituzioni e la civiltà si arresero e i professionisti dell’odio e della xenofobia incassarono in piena impunità una vittoria politica senza precedenti.Quanti segnalarono che quella vicenda non rappresentava una parentesi, ma rischiava di trasformarsi concretamente in un modello da emulare, furono accusati di allarmismo, se non apertamente derisi. Eppure, a distanza di soli sei mesi, il seme nefasto del rogo di Opera sta dando i suoi frutti avvelenati, a partire da quanto sta accadendo nella provincia pavese, in particolare a Pieve Porto Morone. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, ecco arrivare il suggello formale: oggi il Comitato “Opera Sicura”, creatura dei settori più retrivi della Lega, annuncia che venerdì prossimo scenderà a Pieve, portandosi il solito razzista a tempo pieno, cioè Borghezio, evidentemente ansioso di recuperare visibilità dopo il lancio del maiale-day ad opera di Calderoli.
Ormai i pochi rom rimasti a Pieve, tra cui molti bambini, sono diventati carne da cannone nella feroce competizione tra i neofascisti e gli xenofobi della Lega Nord. E così alcuni giorni dopo la parata delle teste rasate di Forza Nuova, la Lega rilancia nel modo peggiore. La sindaca-sceriffo di Pavia può essere propria fiera del suo operato!
Noi crediamo fermamente che la misura sia definitivamente colma e che non possa essere tollerata una seconda Opera. E non è una questione che riguarda soltanto la sinistra o qualche “sociologo d’accatto”. No, riguarda in primis le istituzioni e la tenuta del tessuto democratico.
Ecco perché chiediamo ai responsabili istituzionali, a tutti i livelli, di mettere finalmente un freno e porre fine alla tolleranza. Un discorso è l’incazzatura di cittadini, anche se sfociata in un’isteria reazionaria, altro è quello della crescente attività organizzata di neofascisti e razzisti.
Ai cittadini democratici e antifascisti lombardi chiediamo di fare la loro parte e di partecipare alla mobilitazione che le associazioni di Pavia stanno preparando per il 29 settembre.
Luciano Muhlbauer Consigliere Regionale PRC-SE (rifondazione comunista)
PIEVE PORTO MORONE: VENERDI' 21 SETTEMBRE.
Venerdì alle ore 21.00 arriva il sostegno dei Volontari Verdi e dell'Onorevole Mario Borghezio ai presidianti della Gandina nella frazione Casoni di Pieve Porto Morone.
L'Europarlamentare porterà ai presidianti, che trascorrono giorno e notte davanti al cancello della casa della curia che ospita l'accampamento dei rom, la propria solidarietà e l'incoraggiamento a resistere nella difficile quanto ingiusta lotta per la sicurezza nel proprio paese. Ingiusta poiché la sicurezza dovrebbe essere garantita dallo Stato e non conquistata mediante sacrifici personali fatti da persone che lavorano e pagano le tasse a questo Governo che somiglia sempre di più ad una tirannia.
L'appuntamento è quindi fissato per venerdì 21 settembre con il presidio dei Volontari Verdi e l'intervento dell'Europarlamentare della Lega Nord per l'indipendenza della Padania On. Mario Borghezio.
Partecipiamo numerosi e diffondiamo questa notizia.
APERTA LA STAGIONE DI CACCIA GROSSA.
Stanotte un paio di rom in fuga tra le campagne della località Gandina hanno infuocato gli animi dei residenti che presidiano il proprio territorio al fine di tutelare il rispetto della legalità. Poco prima di mezzanotte un uomo di carnagione scura, probabile nomade, è stato visto armeggiare vicino a delle auto in sosta e fuggire, accortosi di essere stato sorpreso, all'interno di un campo di melica. I cittadini hanno invitato il fuggiasco a uscire dal campo ed hanno cercato di aiutarlo a trovare la via di uscita senza perdersi nella campagna. Con l'ausilio delle potenti torce e la perlustrazione del campo si è cercato di rendergli agevole il rientro alla sua dimora ma, l'ospite, ha preferito dileguarsi dalla parte opposta per essere poi rivisto tra i campi davanti all'ingresso della casa della curia che ospita i nomadi sfrattati da Pavia. Non si ha la certezza che fosse la stessa persona avvistata mentre si muoveva con circospezione tra alcune macchine dinanzi ad una elegante residenza che confina con la campagna, certo è che anche questo nottambulo dei campi di grano è riuscito a sparire tra le secche coltivazioni pronte da mietere. Nel frattempo è giunta sul posto un'altra pattuglia dei carabinieri che non ha potuto fare altro che prendere atto della situazione e rinforzare il presidio di forze armate ancora troppo esiguo per un'insediamento di famiglie dedite all'agricoltura che non hanno alcuna intenzione di dover convivere con decine di rom che, essendo troppo lontani da altri centri abitati, graviterebbero necessariamente sul territorio di Pieve Porto Morone ed in particolare di Casoni.
FORZA NUOVA ASSALTA 10 BAMBINI ROM A PAVIA.
sabato, 15 settembre 2007
C'era persino il segretario nazionale, l’infame parassita nazista Roberto Fiore alla manifestazione indetta da Forza Nuova davanti ai cancelli del centro diocesiano di Pieve Porto Morone (vicino Pavia) che da due settimane ospita un gruppo di rom sgomberato dalla ex Snia. I rom erano in 48, ne sono rimasti 17 (sette adulti e dieci bambini). Gli altri hanno accettato i 1300 euro offerti dalla Caritas per tornare in Romania. I diciassette vivono imprigionati. Oltre al lancio notturno di mattoni e petardi contro le finestre, ora vengono terrorizzati dal proprietario del campo confinante, che da giorni siede sotto un ombrellone con un fucile da caccia in mano e che all'occasione minaccia di sgozzarli facendo un gesto inequivocabile con la mano.Gli adulti non possono uscire per lavorare, i figli non possono frequentare la scuola: erano iscritti negli istituti di Pavia, che però dista 25 chilometri. E ieri sera hanno dovuto subire l'ennesima manifestazione xenofoba. Se c'era un senso dell'onore nelle vecchie squadracce fasciste - una certa idea del combattimento, del rischio, della sfida, magari del machismo - quel senso dell'onore Forza Nuova l'ha perduto definitivamente in questa piccola frazione delle campagne pavesi. Trecento ragazzotti muscolosi e rapati che circondano una casa minacciando donne e bambini: chissà se il principe Borghese e i suoi della X-Mas avrebbero approvato un blitz così vigliacco...
Mi chiedo, e non se la prendano i compagni della provincia di Pavia: ma permettete che succeda questo senza battere ciglio, senza muovere foglia? Compagni, e l’antifascismo? Non è più militante, è diventato sconveniente? Lo si fa solo in belle discussioni tra le rassicuranti quattro mura dei circoli? No ve la prendete compagni, ma da queste parti non sarebbe successo, non in modo così “indisturbato”.
MA DOBBIAMO RICOMINCIARE AD USARE LE SPRANGHE PER BONIFICARE L’ITALIA DA QUESTA FECCIA, PERDIO?
P.s.: Roberto Fiore è uno dei proprietari dell’agenzia di viaggi “Easy London”. Da boicottare, sabotare, annientare.
C'era persino il segretario nazionale, l’infame parassita nazista Roberto Fiore alla manifestazione indetta da Forza Nuova davanti ai cancelli del centro diocesiano di Pieve Porto Morone (vicino Pavia) che da due settimane ospita un gruppo di rom sgomberato dalla ex Snia. I rom erano in 48, ne sono rimasti 17 (sette adulti e dieci bambini). Gli altri hanno accettato i 1300 euro offerti dalla Caritas per tornare in Romania. I diciassette vivono imprigionati. Oltre al lancio notturno di mattoni e petardi contro le finestre, ora vengono terrorizzati dal proprietario del campo confinante, che da giorni siede sotto un ombrellone con un fucile da caccia in mano e che all'occasione minaccia di sgozzarli facendo un gesto inequivocabile con la mano.Gli adulti non possono uscire per lavorare, i figli non possono frequentare la scuola: erano iscritti negli istituti di Pavia, che però dista 25 chilometri. E ieri sera hanno dovuto subire l'ennesima manifestazione xenofoba. Se c'era un senso dell'onore nelle vecchie squadracce fasciste - una certa idea del combattimento, del rischio, della sfida, magari del machismo - quel senso dell'onore Forza Nuova l'ha perduto definitivamente in questa piccola frazione delle campagne pavesi. Trecento ragazzotti muscolosi e rapati che circondano una casa minacciando donne e bambini: chissà se il principe Borghese e i suoi della X-Mas avrebbero approvato un blitz così vigliacco...
Mi chiedo, e non se la prendano i compagni della provincia di Pavia: ma permettete che succeda questo senza battere ciglio, senza muovere foglia? Compagni, e l’antifascismo? Non è più militante, è diventato sconveniente? Lo si fa solo in belle discussioni tra le rassicuranti quattro mura dei circoli? No ve la prendete compagni, ma da queste parti non sarebbe successo, non in modo così “indisturbato”.
MA DOBBIAMO RICOMINCIARE AD USARE LE SPRANGHE PER BONIFICARE L’ITALIA DA QUESTA FECCIA, PERDIO?
P.s.: Roberto Fiore è uno dei proprietari dell’agenzia di viaggi “Easy London”. Da boicottare, sabotare, annientare.
Tratto da uno dei tanti siti comunisti. MAESTRI DI DEMAGOGIA!
LASCIATE STARE DIO!
Manifestazioni di zingari organizzate dai loro aguzzini comunisti dove si cerca di far trapelare la spontaneità della protesta attraverso errori grossolani. Strano poiché loro parlano piuttosto bene l'italiano e comunque, come farebbe un bimbo di sei anni che deve scrivere un cartello, hanno la capacità di chiedere come si scrive una frase tanto importante da essere portata ad un corteo prima di mettersi all'opera col pennarello. Questo è il mondo di sinistra, impernato sulla menzogna e sulla falsità di ogni azione che trasuda opportunismo a favore di quella miriade di associazioni, cooperative e sindacati che in nome di un volontariato sociale, svolto solo a parole, sopravvive grazie all'altrui stato di degrado e difficoltà. Il disordine ed il degrado dei campi nomadi è necessario a rimpiazzare la povertà dell'antico proletariato che viveva una condizione di miseria ben al di sotto del tenore di vita della borghesia. Oggi che la classe media si impoverisce e le famiglie proletarie hanno meno figli, con entrambi i coniugi che lavorando innalzano il reddito familiare, si sta giungendo ad un unico ceto sociale mediobasso. Gli immigrati sono pertanto l'unica risorsa di chi vive alle spalle della miseria e necessita di manovalanza per manifestazioni, occupazioni e disordini sociali organizzati. In tutto questo però un minimo di onestà intellettuale dovete conservarla: lasciate in pace Dio, voi mangiapreti, sfruttate pure i rom ma non ridicolizzatevi con frasi del tipo "Dio è con i poveri" che in bocca a chi storpia i propri figli, li obbliga a mendicare, maltratta la propria moglie e vive nel degrado, diventa blasfemia.
QUANTE BALLE!
L'ultima è quella del Prefetto di Pavia che ospita una famiglia Rom. Da strappar le lacrime tanta generosità, al contrario del becero comportamento di questi rozzi, razzisti agricoltori della bassa che si fanno aiutare dagli altrettanto villani politici della Lega Nord che amministrano e vivono sul territorio. Il Prefetto ci ha commossi quando abbiamo letto che ospitava la famiglia di immigrati e, nella nostra ignoranza, è scattata la curiosità: chissà dove dormono, come si sono sistemati, se mangiano tutti insieme, se i loro piccoli giocano con i figli del Prefetto se vanno a fare la spesa con la moglie del funzionario di Governo. Domande lecite per noi contadini che leggiamo poco e organizziamo presidi e "pogrom da germania nazista" come ha affermato, addirittura, il compagno Ferrero Ministro della Repubblica. Dall'ammirazione per la bontà del Prefetto però siamo passati alla rabbia della presa per i fondelli quando un giornalista che ha studiato ci ha spiegato che la famiglia Rom è alloggiata nella foresteria della Prefettura, mica a casa del Prefetto. Che delusione! Un altra persona, che non si sta preparando come noi a mietere il granturco, è riuscito a farci capire che la Prefettura e la sua foresteria sono addirittura nostre. Si, roba dello Stato e quindi, se non siamo proprio del tutto scemi, roba nostra. Ma allora vediamo di capire un pò... questa benedetta famiglia rom la ospita il Prefetto di Pavia oppure quei contadini che non vogliono i rom nel cortile della propria casa?
TRATTO DA IL MANIFESTO
L'ASSEDIO RAZZISTA DI PAVIA
Al grido «riprendeteveli, sono zingari» e addosso t-shirt con scritto «rom animali», nei comuni del pavese impazza la protesta contro gli sgomberati dell'ex Snia. La polizia li salva dal linciaggio. L'estrema destra e la Lega aizzano la rivolta
Clelia Cirvilleri (Pavia) «Giovanni, vieni subito, qua fuori c'è gente cattiva che vuole ammazzarci. Chiama tu la polizia. I bambini piangono, abbiamo tanta paura». Si è infranta così l'illusione della prima notte tranquilla per «i rom di Pavia». La telefonata è partita tardi la sera, mercoledì, poche ore soltanto dopo il trasferimento in «località sicure» (e accuratamente tenute segrete) disposta dal prefetto. A rispondere è stato Giovanni Giovannetti, presidente del circolo Pasolini e soprattutto angelo custode di questa povera gente: per mesi c'è stato giorno e notte, ha trattato e mediato. E forse, mercoledì, anche lui se ne è tornato a casa sperando che fosse la volta buona.Non lo era: il segreto imposto dalle autorità non ha resistito al tamtam della paura dello zingaro. Nelle campagne di Albuzzano, sull'aia del cascinale semidiroccato (senza luce né acqua, peraltro) dove erano stati sistemati una trentina di rumeni, Giovanni, il consigliere comunale Irene Campari (se lui è l'angelo, lei dei rom è la fatina buona) e gli altri volonterosi accorsi da Pavia hanno trovato un manipolo di giovani di Forza nuova, accompagnati dalle autorità cittadine e acclamati da qualche cittadino. Nello stesso momento, la medesima scena si stava svolgendo una ventina di chilometri più ad est. Nel comune di Pieve Porto Morone, in località Gandina, il vescovado ha accolto in una casa di sua proprietà il gruppo più consistente: una quarantina di persone, molti bambini, un ragazzo in carrozzina. Anche qui la popolazione, ben organizzata dalla giunta leghista, non ha tardato ad esprimere il proprio dissenso. Sollecitati dai volontari sono arrivati i rinforzi di polizia e carabinieri, che hanno disperso le proteste e sono rimasti a proteggere i rumeni ospiti.Ma i fatti di mercoledì sera erano solo un assaggio. Ieri, sempre a Gardina, già dal mattino, la Lega ha organizzato un presidio permanente. Riconoscibile dai classici gazebo, la strategia padana (quella che ha fatto le sue prove ad Opera, dove l'anno scorso hanno bruciato le tende della Protezione civile) non cambia: sotto casa non li vogliamo, che se ne tornino da dove son venuti. Quando si chiede chiarimenti sulle ragioni specifiche del rifiuto rivolto a persone arrivate sul territorio comunale da poche ore la riposta è: «Gli zingari rubano, si prostituiscono, vivono alle nostre spalle, hanno tutti i cellulari ultimo modello e le mercedes» e il campionario solito dell'accogliente lombardo-veneto. I sindaci dei comuni colpiti dal flagello rom hanno stabilito immediati contatti: ieri sera ad Albuzzano il primo vertice, sabato andranno a manifestare davanti al comune di Pavia, al grido «riprendeteveli».Il risveglio ad Albuzzano non è stato più tranquillo: molti bambini non erano riusciti a prendere sonno, terrorizzati dal trambusto della notte. Sono arrivati i medici a visitarli, uno aveva la febbre alta. In generale non si può dire che qualche materasso buttato a terra in una ex stalla e dovendo dipendere per mangiare, bere e lavarsi dalla generosità dei volontari, siano condizioni nemmeno provvisorie di esistenza. Senza contare l'impossibilità di uscire per rifornirsi o, nemmeno a dirlo, per andare a lavorare: il piantone dei carabinieri non può far passare nessuno, causa pericolo linciaggio.Parole grosse? Esagerazioni giornalistiche? Ieri pomeriggio, all'arrivo di Irene Campari davanti alla casa di Gardina, gli agenti hanno dovuto interporsi per contenere i cittadini che si scagliavano contro il consigliere. «Comunista di merda, vattene a Cuba con i tuoi zingari» è stato il commento più educato. Mentre Irene e Giovanni entravano nella casa per proteggersi dagli umori della folla, un rapido sguardo al piazzale raccontava molto del popolo di questo nord ex-contadino e ex-accogliente: signore di mezza età con il maglioncino sulle spalle e il rossetto rosso per le televisioni che raccontano di quando, a Natale, «questi qua» sono entrati in casa della cognata e «hanno portato via persino i regali per le figlie» (pare fossero dei cellulari di marca, è stato specificato). Le ragazzine con gli occhialoni a specchio stile sorelle Cappa un po' meno loquaci, ma pronte ad indossare le belle fasce verdi distribuite dall'organizzatissimo presidio della Lega. Fra i ragazzini (sempre fra i 12 e i 16), alcuni portavano magliette scritte a mano: «Rom=animali»; «Con noi o contro di noi. Meglio un anno da italiani che cento da zingari». Sulle spalle, come decorazione, croci celtiche. E poi c'erano i pensionati, che portavano argomenti politici più articolati: «Se fosse gente che lavora li accoglieremmo a braccia aperte. Ma questi non sono come noi che a quattordici anni ci spaccavamo la schiena, vengono a casa nostra per rubarci tutto e basta».Almeno loro, bisogna dire, cercano di discutere le loro ragioni con gli esponenti politici intervenuti sul posto. Parlano soprattutto con Luciano Muhlbauer, consigliere regionale Prc, «perché lei la vedo sempre in televisione». Lui cerca di spiegare che le popolazioni non saranno lasciate a loro stesse, che le istituzioni si occuperanno dell'integrazione e della gestione del problema. «O almeno dovrebbero farlo», dice Alberto Burgio, deputato Prc, che per un po' ascolta ma poi si allontana, osserva e spiega: «Qui c'è stata una gestione irresponsabile da parte della giunta di centrosinistra di Pavia. Ha aperto uno spazio, ha fornito l'alibi; è naturale che la destra si organizzi, che soffi sul fuoco delle peggiori intolleranze».L'atmosfera è troppo tesa, e le forze dell'ordine non concedono alla stampa di entrare nella casa. Barricato all'interno con gli altri, Stan parla al telefono con la voce disperata: «Io e mia moglie non possiamo andare al lavoro. I miei bambini di 3, 5 e 6 anni sono spaventatissimi, non riusciamo a farli mangiare. Non capisco perché non ci vogliono. Non facciamo del male a nessuno. Poco fa, sono riusciti a fare il giro della casa e hanno cominciato a tirare sassi ai vetri».
Clelia Cirvilleri (Pavia) «Giovanni, vieni subito, qua fuori c'è gente cattiva che vuole ammazzarci. Chiama tu la polizia. I bambini piangono, abbiamo tanta paura». Si è infranta così l'illusione della prima notte tranquilla per «i rom di Pavia». La telefonata è partita tardi la sera, mercoledì, poche ore soltanto dopo il trasferimento in «località sicure» (e accuratamente tenute segrete) disposta dal prefetto. A rispondere è stato Giovanni Giovannetti, presidente del circolo Pasolini e soprattutto angelo custode di questa povera gente: per mesi c'è stato giorno e notte, ha trattato e mediato. E forse, mercoledì, anche lui se ne è tornato a casa sperando che fosse la volta buona.Non lo era: il segreto imposto dalle autorità non ha resistito al tamtam della paura dello zingaro. Nelle campagne di Albuzzano, sull'aia del cascinale semidiroccato (senza luce né acqua, peraltro) dove erano stati sistemati una trentina di rumeni, Giovanni, il consigliere comunale Irene Campari (se lui è l'angelo, lei dei rom è la fatina buona) e gli altri volonterosi accorsi da Pavia hanno trovato un manipolo di giovani di Forza nuova, accompagnati dalle autorità cittadine e acclamati da qualche cittadino. Nello stesso momento, la medesima scena si stava svolgendo una ventina di chilometri più ad est. Nel comune di Pieve Porto Morone, in località Gandina, il vescovado ha accolto in una casa di sua proprietà il gruppo più consistente: una quarantina di persone, molti bambini, un ragazzo in carrozzina. Anche qui la popolazione, ben organizzata dalla giunta leghista, non ha tardato ad esprimere il proprio dissenso. Sollecitati dai volontari sono arrivati i rinforzi di polizia e carabinieri, che hanno disperso le proteste e sono rimasti a proteggere i rumeni ospiti.Ma i fatti di mercoledì sera erano solo un assaggio. Ieri, sempre a Gardina, già dal mattino, la Lega ha organizzato un presidio permanente. Riconoscibile dai classici gazebo, la strategia padana (quella che ha fatto le sue prove ad Opera, dove l'anno scorso hanno bruciato le tende della Protezione civile) non cambia: sotto casa non li vogliamo, che se ne tornino da dove son venuti. Quando si chiede chiarimenti sulle ragioni specifiche del rifiuto rivolto a persone arrivate sul territorio comunale da poche ore la riposta è: «Gli zingari rubano, si prostituiscono, vivono alle nostre spalle, hanno tutti i cellulari ultimo modello e le mercedes» e il campionario solito dell'accogliente lombardo-veneto. I sindaci dei comuni colpiti dal flagello rom hanno stabilito immediati contatti: ieri sera ad Albuzzano il primo vertice, sabato andranno a manifestare davanti al comune di Pavia, al grido «riprendeteveli».Il risveglio ad Albuzzano non è stato più tranquillo: molti bambini non erano riusciti a prendere sonno, terrorizzati dal trambusto della notte. Sono arrivati i medici a visitarli, uno aveva la febbre alta. In generale non si può dire che qualche materasso buttato a terra in una ex stalla e dovendo dipendere per mangiare, bere e lavarsi dalla generosità dei volontari, siano condizioni nemmeno provvisorie di esistenza. Senza contare l'impossibilità di uscire per rifornirsi o, nemmeno a dirlo, per andare a lavorare: il piantone dei carabinieri non può far passare nessuno, causa pericolo linciaggio.Parole grosse? Esagerazioni giornalistiche? Ieri pomeriggio, all'arrivo di Irene Campari davanti alla casa di Gardina, gli agenti hanno dovuto interporsi per contenere i cittadini che si scagliavano contro il consigliere. «Comunista di merda, vattene a Cuba con i tuoi zingari» è stato il commento più educato. Mentre Irene e Giovanni entravano nella casa per proteggersi dagli umori della folla, un rapido sguardo al piazzale raccontava molto del popolo di questo nord ex-contadino e ex-accogliente: signore di mezza età con il maglioncino sulle spalle e il rossetto rosso per le televisioni che raccontano di quando, a Natale, «questi qua» sono entrati in casa della cognata e «hanno portato via persino i regali per le figlie» (pare fossero dei cellulari di marca, è stato specificato). Le ragazzine con gli occhialoni a specchio stile sorelle Cappa un po' meno loquaci, ma pronte ad indossare le belle fasce verdi distribuite dall'organizzatissimo presidio della Lega. Fra i ragazzini (sempre fra i 12 e i 16), alcuni portavano magliette scritte a mano: «Rom=animali»; «Con noi o contro di noi. Meglio un anno da italiani che cento da zingari». Sulle spalle, come decorazione, croci celtiche. E poi c'erano i pensionati, che portavano argomenti politici più articolati: «Se fosse gente che lavora li accoglieremmo a braccia aperte. Ma questi non sono come noi che a quattordici anni ci spaccavamo la schiena, vengono a casa nostra per rubarci tutto e basta».Almeno loro, bisogna dire, cercano di discutere le loro ragioni con gli esponenti politici intervenuti sul posto. Parlano soprattutto con Luciano Muhlbauer, consigliere regionale Prc, «perché lei la vedo sempre in televisione». Lui cerca di spiegare che le popolazioni non saranno lasciate a loro stesse, che le istituzioni si occuperanno dell'integrazione e della gestione del problema. «O almeno dovrebbero farlo», dice Alberto Burgio, deputato Prc, che per un po' ascolta ma poi si allontana, osserva e spiega: «Qui c'è stata una gestione irresponsabile da parte della giunta di centrosinistra di Pavia. Ha aperto uno spazio, ha fornito l'alibi; è naturale che la destra si organizzi, che soffi sul fuoco delle peggiori intolleranze».L'atmosfera è troppo tesa, e le forze dell'ordine non concedono alla stampa di entrare nella casa. Barricato all'interno con gli altri, Stan parla al telefono con la voce disperata: «Io e mia moglie non possiamo andare al lavoro. I miei bambini di 3, 5 e 6 anni sono spaventatissimi, non riusciamo a farli mangiare. Non capisco perché non ci vogliono. Non facciamo del male a nessuno. Poco fa, sono riusciti a fare il giro della casa e hanno cominciato a tirare sassi ai vetri».
PRESIDIO DI PIEVE PORTO MORONE
NOTIZIE DAL PRESIDIO PER LA LEGALITA' NELLA FRAZIONE CASONI.
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